Le attività motorie dell’anziano, si sviluppano mediamente su di un blando regime aerobico, nel quale repentini aumenti di bpm e di pressione arteriosa devono lasciare spazio a camminate all’aria aperta (si spera pura), respirazioni dolci e prolungate, esercizi senza un significativo impegno muscolare .
Intorno ai 40-50 anni, la trasformazione di energia in lavoro e, quindi, movimento e forza, da parte del tessuto muscolare diminuisce in modo progressivo, ma tende a essere repentino senza esercizio fisico anche per ex atleti (SARCOPENIA). Tutto ciò, soprattutto se non confortato da una sana alimentazione, favorisce accumuli adiposi e di colesterolo anche per la mancanza di elasticità dei tessuti muscolari e articolari che “spingono” i cataboliti nei condotti espellenti.
La sarcopenia (Rosenberg), è un fenomeno fisiologico del metabolismo sicuramente naturale, correlato anche alle situazioni endocrine; ma la capacità di esprimere “forza” e quindi di “reclutamento di unità motrici” dipende anche dall’esercizio fisico soprattutto nelle età adulte e mature. Essa, la sarcopenia, è quindi rallentabile con una attento e costante nutrimento tissutale in tutte le sue modalità: alimentazione, esercizi ginnici, mobilizzazioni articolari, esercizi a carico variabile con macchine, stimolazione del SN.
Abbiamo appurato che la capacità di esprimere forza dipende dal numero di unità motrici stimolate dai motoneuroni le quali, senza esercizi e soprattutto oltre gli –anta…., cadrebbero prima nell’oblio e poi nel catabolismo generale della rottamazione. La motivazione al movimento favorisce in modo percentualmente elevato l’utilizzo del SNC, risvegliando contatti sociali, insieme a tanti altri tipi di neuroni e riducendo di gran lunga l’invecchiamento “favorito dall’inattività di qualsiasi tipo” . Da questo punto di vista la longevità di una grande come Rita Levi Montalcini, a livello intellettuale e umano, è simile alla longevità fisica e prestazionale di un anziano che vive in modo sano, si occupa di terreni e coltivazioni, sa utilizzare al meglio zappa, pala, trattore e che, spesso, è fisicamente più forte e resistente di tanti giovani palestrati. Se poi lo stesso anziano ha interessi su fatti sociali, scientifici, culturali, artistici, segue di persona i problemi di famiglia e di politica, aggiunge motricità intellettuale al suo benessere.
Come già sosteneva Galeno, in un certo senso è sempre il “dimmi come ti nutri (e non solo nel mangiare) e ti dirò chi sei” che crea quello che chiamiamo benessere.
La ginnastica per l’anziano può essere, a mio avviso, indirizzata anche con queste prospettive, sempre dopo i controlli e i suggerimenti medici:
* Lavorare sulla forza, in modo armonico e mai violento
* Far svolgere lezioni di ginnastica musicale
* Lavorare sulla mobilità e, soprattutto, sull’elasticità articolare, senza mai forzare lo stretching sulla posizione
* Creare piccole competizioni su esercizi e, magari per noi, genuina e salutare gastronomia
* Favorire il movimento toraco-diaframmatico non solo con gli esercizi “in-es” nelle loro svariate modalità, ma con un lavoro di elasticità ed escursione della gabbia toracica e delle scapole grazie anche alle leve degli arti superiori
* Ridimensionare il concetto del “core” iperteso e controllato
* Favorire la detensione neuro muscolare ma svegliare le capacità di reazione
* Ridimensionare l’assioma che la ginnastica posturale è stare fermi e respirare
* Saper distinguere l’”acciacco” da mancanza di esercizio da quello derivante da ipocinesia adulta e/o da patologie mediche, cercando di trovare la migliore reversibilità
* Entrare nella persona con il rispetto, il riguardo, l’educazione e l’empatia e mai con la dittatura di un metodo o una disciplina
* Da un anziano c’è sempre da imparare
prof. CLAUDIO FASSARI