A novembre del 2014 partecipai a una conferenza presso l’Ufficio Stampa della Camera dei Deputati per la presentazione di un disegno di Legge a favore del professionismo sportivo femminile; principalmente la proposta coinvolgeva il settore del calcio, ma sono state invitate esponenti di varie discipline, particolarmente quelle dove sono più radicati i pregiudizi di “non femminilità” , cioè esempio il rugby e il bodybuilding.
Nonostante dal 1981 siano stati fatti tentativi di ottenere a livello normativo una equiparazione tra uomini e donne, ancora oggi la legge non lo permette e ancor peggio si evidenzia una profonda arretratezza culturale rispetto ad altri paesi europei: in tutti i settori sportivi a parità di risultati e livelli conseguiti, le donne sono svantaggiate sia come opportunità economiche, sia come soluzioni pratiche di vita, sia come spazio nelle carriere tecniche, dirigenziali e nei media. Oltretutto pregiudizi e atteggiamenti sessisti anche inconsapevoli sminuiscono il valore del gesto sportivo; le parole delle atlete di ieri sono le stesse delle atlete di oggi:
· “In quegli anni la battaglia era quella di dimostrare che anche le donne potevano, a livello sportivo, essere un fenomeno interessante.” (Sara Simeoni )
· Il mondo è sempre per l'uomo, gli allenatori sono uomini, gli spettatori anche e noi atlete non dobbiamo solo fare le gare e vincere, dobbiamo anche essere belle. Nessuno guarda se un campione è bello o brutto. Noi invece dobbiamo essere donne nelle vita normale e uomini negli allenamenti e nelle gare. (Fiona May)
Preoccupante! se anche le più famose e riconosciute sentono il peso della differenza di genere cosa succede per tutte quelle bambine, ragazze e poi donne che vogliono vivere lo sport sia a livello agonistico ma anche solo come attività ludico motoria per tutta la vita?
Quello che si può fare è stato già scritto nel 1985 quando venne presentata la “Carta Europea Dei Diritti Delle Donne Nello Sport “ successivamente trasformata in “Risoluzione Delle Donne Nello Sport” dal Parlamento Europeo:
RACCOMANDAZIONI PER LE FEDERAZIONI E LE SOCIETA’ SPORTIVE
Lavorare per la trasformazione organizzativa delle federazioni/associazioni e inserire le donne in varie aree e ruoli
Organizzare attività per le diverse agenzie formative come scuole, centri giovanili, centri sportivi che possano incoraggiare le ragazze e le donne a praticare sport
Cambiare le regole interne per permettere una promozione attiva alla pratica sportiva come più flessibilità nelle strutture, conciliazione dei tempi di lavoro e di pratica sportiva
Lavorare per la creazione di ambienti “women friendly” che permettano alle donne di combinare lo sport con la maternità
Creare programmi per lo sviluppo della pratica sportiva femminile e cercare delle forme di cooperazione con altri soggetti politici (Ministeri)
Allocare le risorse finanziarie disponibili per favorire una equa partecipazione allo sport
Assegnare le strutture sportive su basi paritarie
Includere chiare clausole antisessiste negli statuti e nei regolamenti federali
UGUAGLIANZA PER LA LEADERSHIP
Donne e uomini devono avere le stesse opportunità di partecipare ai PROCESSI DECISIONALI a tutti i livelli e nell’intero sistema sportivo;
devono essere rappresentati in maniera equa nei diversi organismi dirigenziali e in tutte le posizioni aperte
EDUCAZIONE E SPORT
Donne e uomini di qualunque età devono avere lo stesso diritto di praticare diversi sport sviluppare competenze nel campo dello studio dello sport.
Entrambi i sessi devono essere in grado di sviluppare il proprio impegno sportivo lungo tutto l’arco della vita.
DONNE, SPORT E MEDIA
Le atlete devono avere le stesse opportunità di essere rappresentate dai mass media , tanto quanto gli atleti
La copertura mediatica deve rispettare la dignità di tutti gli individui
Le donne devono essere rappresentate equamente nelle posizioni dirigenziali, come pure nella professione di giornalista, fotografo ed editore
Nel 2010 pubblicavo questo brano nell’ebook “Fitness per l’anima” (www.ebooksitalia.com), questa è l’esortazione per ogni donna che voglia fare sport:
“Cara amica, non ti importare di quello che si dice dell'età di una atleta o dell'età di una donna:
Se gareggi a 20 sei acerba e forse colpevole di compromessi troppo prematuri....
Se gareggi a 30 anni non ti rendi conto che a quella età dovresti pensare a fare una famiglia e a lavorare...
Se gareggi a 40 anni sei una troppo presa da te e che fa di tutto per far finta di essere giovane....
Se gareggi a 50 anni sei una "vecchia" fortunata ma fuori misura....
Se per sbaglio a 20-30-40-50 vinci pure.............è peggio!
Chissà perché il successo attira sempre troppe parole e commenti.
Non c'è età per fare quello che ci piace, non c'è età per realizzare sogni o per sognare ad occhi aperti. Anzi c'è una età sola: quella meravigliosa dei bambini che giocano e non si chiedono perché e non devono dare spiegazioni.
L'unico segreto degli agonisti è questo: "saper giocare". Ti auguro no di vincere questa o quella gara, questo o quel titolo (mbè magari un in bocca al lupo ce lo mettiamo) ma ti auguro di non perdere mai la Bambina che c'è in te!"
QUESTO ARTICOLO è TRATTO DAL LIBRO DI ANTONELLA LIZZA "OLTRE I FITNESS", IN VENDITA A 9,99 € SU http://www.ebooksitalia.com/ita/detail_ebook.lasso?codice_prodotto=20141228192316563631
BUONA LETTURA!