PRESTAZIONE E BENESSERE CON LA KINESIOLOGIA APPLICATA FUNZIONALE BIOENERGETICA
autore: Adriano Fanciulli - Master Trainer Alta Formazione Fitness - dbm-msn USA
La KINESIOLOGIA APPLICATA FUNZIONALE BIOENERGETICA – così come altre discipline similari,tra le quali merita sicuramente una menzione la tecnica del cosiddetto “Touch for Health”,soprattutto per la sua praticità ed efficacia – è una metodica bio-medicale che funge da “trait d'union” tra la Kinesiologia Generale,l'Analisi Strutturale,la Medicina Orientale e le Scienze Bio-Mediche e che deriva direttamente dalla Kinesiologia Applicata classica,una disciplina appartenente al vasto ambito della moderna Medicina Funzionale nata negli anni '60 del Novecento negli USA a partire da una serie di studi,esperienze e ricerche geniali svolte dal Dr. George Goodhearth (noto chiropratico americano).
Nel corso del successivo ventennio gli studi del Dr. Goodhearth furono ulteriormente sviluppati,anche in altre direzioni,da altri illustri studiosi della materia – tra i quali va sicuramente ricordato il Dr. J.F. Thie,poi presidente dell'I.C.A.K. Statunitense (International College of Applied Kinesiology) e “inventore” della tecnica kinesiologica del “Touch for Health” prima citata -.
Attraverso continui studi e ricerche teorico-applicative che hanno sempre più coinvolto tantissimi settori delle moderne Scienze Medico-Biologiche,la Kinesiologia Applicata (in sigla A.K. - Applied Kinesiology -) si è gradualmente sempre più diffusa e sviluppata,anche in Europa,fino a diventare ai nostri giorni una disciplina capace di fornire numerosissime e preziose informazioni sullo stato di salute e di equilibrio psico-fisico-energetico di ogni individuo sia in ambito clinico che sportivo,integrandosi perfettamente con altre discipline correlate – Fisiochinesiterapia,Chiropratica,Osteopatia,Fisiatria,Ortopedia,Medicina dello Sport,Posturologia ecc...- nel contesto di un ampio e completo intervento diagnostico e terapeutico impostato secondo il moderno concetto di Integrazione Funzionale Bioenergetica e Posturo-Kinesiologica.
Proprio per il grande sviluppo raggiunto – soprattutto in anni recenti,grazie anche al contributo di altre scienze inerenti la Biologia Umana - ,la moderna Kinesiologia Applicata è oggi caratterizzata da una struttura teorico-concettuale e metodologica che richiede un certo apprendistato didattico teorico-pratico per essere ben compresa e quindi utilizzabile e applicabile sia in ambito clinico che sportivo – in quanto strettamente connessi e legati fra di loro -.
La Kinesiologia Applicata Funzionale Bioenergetica presenta correlazione interattiva con altre branche della Medicina e delle Scienze dello Sport rivestendo grande importanza nel contesto del moderno concetto di Metodologia dell'Allenamento; offrendo a tutti gli operatori sportivi qualificati uno strumento utile ed efficace per svolgere al meglio il loro lavoro e per portare i loro atleti al massimo delle loro capacità prestazionali individuali.
PRINCIPI E CONCETTI TEORICI DI BASE
La Kinesiologia Applicata Funzionale Bioenergetica (in sigla d'ora in poi indicata come KAFB) rappresenta un sistema di intervento basato indirettamente sul concetto biofisico-quantistico di “biorisonanza” che,se correttamente applicato e interpretato,permette di ottenere molte utili informazioni sullo stato di salute di ogni individuo mediante l'impiego di specifiche manovre operative sicure,affidabili e – dopo un certo periodo di apprendistato di base – anche di facile esecuzione.
Le manovre operative sopra citate sono tecnicamente rappresentate dall'esecuzione del cosiddetto “test muscolare”,una specifica e peculiare tecnica di intervento concettualmente derivata soprattutto dai tests kinesiterapici messi a punto diversi decenni fa dai coniugi Kendall – famosi fisiokinesiterapisti americani – e successivamente rimodernizzata,riorganizzata e adattata da altri esperti e studiosi ai fini della specifiche esigenze proprie della Kinesiologia Funzionale Applicata.
Negli anni sono state molte e diverse le teorie proposte allo scopo di comprendere scientificamente il meccanismo di funzionamento del test muscolare: senza voler citare complesse nozioni scientifiche,possiamo sintetizzare l'argomento dicendo semplicemente che la base teorica di funzionamento operativo dei tests muscolari KAFB poggia sostanzialmente sul concetto bio-cibernetico di “intelligenza muscolare innata”,secondo cui i muscoli scheletrici del corpo umano sarebbero fisiologicamente dotati di peculiari “vie di comunicazione” sia nervose che soprattutto molecolari ed “energetico-informazionali” con cui “memorizzano” una quantità infinita di informazioni fisiologiche e patologiche differenti e si relazionano funzionalmente con tutte le altre strutture anatomiche del corpo attraverso il sistema neuro-mio-fasciale e connettivale (non solo quindi scontatamente con ossa,tendini,vasi sanguigni ecc..,ma anche con i visceri e gli organi profondi – anche mediante correlazioni funzionali coi meridiani dell'agopuntura -,tant'è vero che l'interazione funzionale rappresentata dalla triade “muscoli-organi-funzioni” costituisce probabilmente il cardine di base su cui ruota l'intero concetto teorico-pratico della KAFB – nonché il suo metodo diagnostico più utile ed importante,tanto nell'ambito genericamente clinico quanto in quello più specificatamente fisico-sportivo (che qui è quello di nostro precipuo interesse ) -.
Partendo da questo presupposto concettuale – sempre semplificando -,è stato successivamente creato e messo a punto un “modello teorico” di interpretazione rappresentativa del reale concetto di buona salute accettato e utilizzato da tutti gli esperti della Medicina Funzionale e Strutturale (Medici Funzionalisti,Chiropratici,Osteopati,Fisiatri,Nutrizionisti Funzionali ecc....) e tecnicamente denominato “Triangolo della salute” (o “Triade Eziopatogenica”),assimilabile geometricamente ad un triangolo equilatero i cui tre lati – tutti rigorosamente uguali – corrispondono bio-funzionalmente ai tre sistemi biologici fondamentali sui quali si basa il funzionamento globale del nostro corpo,secondo il seguente schema semplificato:
• la base del triangolo corrisponde alla struttura corporea (fisica e viscerale)
• un lato del triangolo corrisponde alla funzione biochimica (metabolica ed energetica)
• l'altro lato del triangolo corrisponde alla funzione psichica (emozionale e relazionale)
Poiché,come sopra detto,i lati del triangolo sono tutti uguali,ciò significa che i tre fattori biologici ad essi correlati hanno tutti la stessa importanza e devono tutti funzionare integrativamente e interattivamente all'unisono,ognuno con le proprie specificità biologiche: quando uno qualsiasi di essi si altera per qualsivoglia motivo,se non viene tempestivamente valutato e aggiustato,prima o poi determinerà un'alterazione a carico anche di uno o di entrambi i lati rimanenti del triangolo stesso – aumentando l'entità del problema tanto più quanto più le alterazioni si protraggono nel tempo senza specifici interventi risolutivi -.
Quindi quanto sopra affermato ci conferma che,affinchè il nostro corpo funzioni al massimo delle proprie possibilità e capacità biologiche – geneticamente predeterminate -,deve essere mantenuta costante la sua proprietà in assoluto più importante: l'equilibrio strutturale e funzionale – e non credo debba spiegarvi l'importanza di questo postulato nello sport di qualsiasi tipo e livello -.
La corretta interpretazione applicativa del moderno modello teorico del “triangolo della salute” ci consente anche di capire perchè il nostro corpo non può funzionare,lavorare o allenarsi al meglio se sono presenti determinate alterazioni: appoggiandosi anche al moderno concetto biologico rappresentato dalla PNEI (la Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia),diventa abbastanza ovvio capire,alla luce di quanto appena detto finora,quanto sotto sintetizzato:
• un'alterazione strutturale (posturale,traumatica,chirurgica ecc...) può innescare nel tempo disfunzioni metaboliche e psicologiche
• un'alterazione metabolica (cattiva alimentazione,intossicazione,abuso di farmaci e droghe,disturbi ormonali non curati ecc..) può innescare nel tempo disfunzioni strutturali (muscolo-scheletriche e viscerali) e psicologiche
• un'alterazione psichica (stress,disagi,disturbi relazionali,noia,preoccupazioni,ansia....) può innescare nel tempo alterazioni strutturali e metaboliche
Ciò quindi significa altresì che nel contesto di un programma periodizzato di preparazione sportiva per qualunque finalità non bisogna mai trascurare nessun tipo di problema o disturbo – sia esso lamentato dall'atleta,sia individuato o sospettato dal preparatore,indipendentemente dalla sua apparente entità iniziale -,proprio perchè esso può condurre progressivamente,se trascurato,a disturbi più estesi o ancora più gravi (che potrebbero pregiudicare sia la prestazione sportiva che,soprattutto,la salute e l'equilibrio biologico globale dell'atleta – che,se alterati,andranno inevitabilmente ad inficiare la capacità prestativa dell'atleta stesso,innescando un circolo vizioso di ricaduta).
Facciamo un esempio molto semplice e intuitivamente comprensibile per capire quanto sopra detto:
in un atleta sottoposto ad un programma di preparazione fisica pre-agonistica (ma vale la stessa cosa anche per chiunque pratichi regolarmente qualsiasi attività fisica ad indirizzo fitness) si verifica una tensione anomala eccessiva e prolungata su un muscolo dell'articolazione coxo-femorale (l'anca) dovuta principalmente ad una debolezza funzionale del muscolo corrispondente anatomicamente opposto,determinando nel complesso una condizione disfunzionale che limita i movimenti dell'anca e del bacino nel suo insieme e altera il fondamentale equilibrio statico-dinamico vertebrale: come diretta conseguenza,il piede corrispondente comincia a sforzarsi in modo particolare muovendosi diversamente dal solito,e così facendo innesca a catena uno stato mio-tensivo compensatorio su altri gruppi muscolari collegati; si viene allora a creare – tramite vari passaggi che qui ometto appositamente per praticità espositiva – un cambiamento della postura generale del corpo,che potrà andare progressivamente ad influenzare la naturale posizione anatomica di alcuni organi e visceri interni,che in tal modo cominceranno a funzionare male e ad utilizzare in modo alterato e incongruo i nutrienti necessari al loro funzionamento: conseguenza più o meno diretta di questo fenomeno potrà essere anche un'alterazione delle funzioni assimilative,emuntoriali ed escretive del corpo che porteranno sicuramente ad un graduale squilibrio funzionale generale PNEI ; a questo punto – ovviamente già avanzato – il corpo e la psiche saranno entrambi fortemente coinvolti nello squilibrio,col risultato che il nostro atleta o sportivo dell'esempio forse comincerà a cambiare il suo modo di pensare e di sentire,sarà più facilmente ansioso e demotivato,non si concentrerà adeguatamente sull'allenamento,si sentirà più stanco,meno coordinato e meno reattivo e farà più fatica a svolgere il lavoro programmato in palestra – creando magari dissidi e preoccupazioni anche con il proprio allenatore -: tutto ciò,se non correttamente valutato e trattato,porterà l'atleta a modificare a scopo compensatorio – per poter continuare ad allenarsi – il proprio assetto strutturale creando altre aree fisiche di squilibrio muscolo-scheletrico (e quindi altri fastidi,dolori ecc...con ovvio ulteriore calo della sua capacità prestazionale); inoltre la probabile maggior stanchezza lo spingerà ad assumere sostanze zuccherine in eccesso e stimolanti nervini (dal frequente abuso di caffè ad altre sostanze più dannose...) che altro non faranno che peggiorare lo stato metabolico-nutrizionale prima citato e lo renderanno ancora più nervoso,stressato e agitato,oltre che intossicato – impedendogli anche di riposare e recuperare a sufficienza... -: e il circolo vizioso quindi ricomincia inesorabile.... ed eravamo partiti da un “semplice” problema di tensione muscolare sull'anca che,pur nella sua apparente innocuità,meritava maggiore attenzione valutativa da parte dell'entourage tecnico del nostro atleta......!
Questa iperbole esemplificativa,oltre a dirci che è importante non trascurare nessun problema presentato dall'atleta e di affrontarlo appena si presenta evidente,serve anche – dal mio modesto punto di vista... - a confermare l'importanza del “lavoro di squadra” nell'ambito della Metodologia dell'allenamento,volendo con ciò evidenziare il fatto che alla preparazione di un atleta – affinchè avvenga in modo serio,sicuro ed efficace – devono compartecipare interattivamente più figure professionali,le quali devono affiancarsi senza prevaricazioni di sorta per collaborare sinergicamente: quindi il preparatore atletico qualificato deve sintonizzarsi operativamente con l'allenatore,con l'esperto di kinesiologia applicata,col fisioterapista o l'osteopata,col nutrizionista e,al limite,con lo psicologo dello sport – creando un gruppo operativo affiatato che magari,dove e quando possibile,può lavorare di concerto col medico di Medicina dello Sport,proprio perchè difficilmente un problema disfunzionale che inizia ad affliggere un atleta (così come anche una persona comune qualsiasi) resterà isolato senza andare ad alterare anche altri distretti corporei o altre funzioni organiche – come appunto ci insegna il “triangolo della salute” applicato alla Kinesiologia Funzionale e alla Medicina dello Sport e - in senso lato -alla salute e al benessere.